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al testo di Federico Zucchi
Il mantra della colazione
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Il mantra della colazione
Mi piace come prepari la colazione come disponi la vita nel mondo. Sistemi tovaglie e tazzine prepari il caffè, il miele, la frutta, metti il pane nel forno e saltellando accendi la radio. Poi chiami chi ancora trasale nella muta spirale del sonno.
Mi piace come prepari la colazione come un derviscio osservante come una zarina che scandisce il nome latino dei fiori.
Mi piace come prepari la colazione perché sembri protetta dall’impatto di ogni possibile asteroide. E se un pensiero tenace imperversa scosti le tende e osservi serena i pini d’Aleppo sciamare come ostaggi rapiti da divina estorsione.
Mi piace come prepari la colazione perché ti muovi come un discinto messia, come se potessi rammendare gli abbagli con esatte cadenze circensi.
Mi piace come prepari la colazione perché assapori lo squarcio, perché sai che l’amore viene tramandato solo se si espande da un cuore ispirato. Per questo prolunghi l’assaggio perché la pace resti sospesa nel tuffo primario del miele. E questo mi commuove, perché so quanto è duro il mondo fuori dalla tovaglietta, molto più duro delle pellicine del latte. Così aspro e violento che a volte vorrei risparmiartelo e restare con te, fianco a fianco seduti, stropicciati di sonno, sbalorditi dalla lancinante bellezza della luce che dondola sulle nostre mani come il ritorno di un’onda,
che vuole,
dolcemente
durare.
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Franca Alaimo
- 08/09/2015 00:23:00
[ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]
Il testo dimostra come la poesia non abbia bisogno di grandi temi per nascere. Le basta la capacità di trasformare ciò che si vede in visione. Mani, tazze, miele, caffé: poche cose per il rito quotidiano della colazione. Ma Federico Zucchi coglie nei gesti della sua donna lunghe vibrazioni di amore, volontà di custodia, tentativo di separazione dal mondo e dalla sua disarmonia. E una breve e magica sosta, una sospensione, certamente impossibile da prolungare e però dolcissima, come attesta la bella chiusa del testo.
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